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Visconti

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Visconti
vipereos mores non violabo
D'argento alla biscia d'azzurro ondeggiante in palo ed incoronta d'oro, ingollante un moro di carnagione.
Stato Signoria di Milano
Ducato di Milano
Titoli Duca di Milano
Conte di Pavia
Conte di Angera
Signore di Milano
Signore di Massino
FondatoreEriprando (o Ariprando) Visconti
Ultimo sovranoFilippo Maria Visconti
Data di fondazione1075
Data di deposizione1447
Etniaitaliana
Rami cadettiv. sezione di riferimento
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Visconti (disambigua).
Stemma dei Visconti nella Rocca Borromea di Angera

Il Casato dei Visconti è una delle più antiche e illustri famiglie nobili italiane, attestata sin dalla fine del X secolo nel territorio dell'Italia settentrionale, dove venne infeudato l'omonimo Ducato Visconteo con capitale Milano. I Visconti furono signori di Milano dal 1277 al 1395, anno in cui il sovrano del Sacro Romano Impero Venceslao di Lussemburgo conferì a Gian Galeazzo Visconti il titolo di Duca di Milano, nonché vicario imperiale.

Il ramo principale dei Visconti dominò la scena politica dell'Italia settentrionale fino al 1447, alla morte senza eredi legittimi di Filippo Maria Visconti; ad essi subentrarono gli Sforza, per il matrimonio di Francesco Sforza con Bianca Maria Visconti, figlia legittimata dell'ultimo Duca.

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Nobiltà milanese

Nobiltà milanese

La nobiltà milanese fu una classe sociale privilegiata della città di Milano e del suo contado dall'epoca medievale e comunale per poi passare nel Ducato di Milano sino al Regno Lombardo-Veneto. La nobiltà venne ufficialmente integrata in quella nazionale nel 1861 con l'annessione del Lombardo-Veneto al neonato Regno d'Italia. Il sistema nobiliare milanese si era strutturato in maniera molto simile a quello austriaco e quindi ravvicinabile a quello tedesco.

Italia

Italia

L'Italia, ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato membro dell'Unione europea, situato nell'Europa meridionale e occidentale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare unitaria e conta una popolazione di circa 59 milioni di abitanti, che ne fanno il terzo Stato dell'Unione europea per numero di abitanti. La capitale è Roma.

Italia settentrionale

Italia settentrionale

Con i termini Italia settentrionale, Nord Italia, Alta Italia o semplicemente Nord o Settentrione, s'intende comunemente una regione geografica e statistica composta dall'insieme delle regioni italiane più a nord del paese, vale a dire la Valle d'Aosta, il Piemonte, la Lombardia, il Trentino-Alto Adige, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria e l'Emilia-Romagna.

Ducato di Milano

Ducato di Milano

Il Ducato di Milano (1395-1797) fu un antico Stato dell'Italia settentrionale facente parte del Sacro Romano Impero. Oggetto delle guerre Franco-Asburgiche, fu sottoposto alla Spagna dal 1559 ed all'Austria dal 1707. Nel corso dei secoli la sua estensione variò molto, agli inizi del '400, al tempo di Gian Galeazzo Visconti, toccò la sua massima estensione, venendo a comprendere quasi tutta la Lombardia, parti del Piemonte, del Veneto e dell'Emilia, più un'effimera occupazione di zone del centro Italia.

Milano

Milano

Milano è un comune italiano di 1 354 196 abitanti, capoluogo della regione Lombardia e dell'omonima città metropolitana, è centro di una delle più popolose aree metropolitane d'Europa, è inoltre il secondo comune più popoloso d'Italia dopo Roma e rientra tra le venti città più grandi dell'Europa intera.

1277

1277

Il 1277 è un anno del XIII secolo.

1395

1395

Il 1395 è un anno del XIV secolo.

Gian Galeazzo Visconti

Gian Galeazzo Visconti

Gian Galeazzo Visconti, detto Conte di Virtù dal nome di Vertus in Champagne, titolo portato in dote dalla prima moglie Isabella di Valois, è stato un politico italiano, primo Duca di Milano, nonché conte di Vertus, di Pavia, Signore di Milano, Verona, Crema, Cremona, Bergamo, Bologna, Brescia, Belluno, Feltre, Novara, Como, Lodi, Vercelli, Alba, Asti, Pontremoli, Tortona, Alessandria, Valenza, Piacenza, Bobbio, Parma, Reggio Emilia, Vicenza, Pisa, Perugia, Siena, Assisi.

1447

1447

Il 1447 è un anno del XV secolo.

Filippo Maria Visconti

Filippo Maria Visconti

Filippo Maria Visconti è stato l'ultimo duca di Milano della dinastia viscontea.

Francesco Sforza

Francesco Sforza

Francesco Sforza è stato il primo duca di Milano appartenente alla dinastia degli Sforza.

Bianca Maria Visconti

Bianca Maria Visconti

Bianca Maria Visconti era figlia legittimata e unica erede di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, e di Agnese del Maino. Fu moglie di Francesco Sforza, duchessa di Milano dal 1450 al 1466, e madre dei duchi Galeazzo Maria Sforza e Ludovico il Moro.

Storia

Origini

Entrata a Milano di Ottone dopo la vittoria a Desio
(affresco di maestri lombardi, XIV secolo)

I Visconti erano i signori di Massino, luogo strategico sulle alture occidentali del lago Maggiore e del fiume Ticino, in cui risultano presenti dal XII secolo come vassalli arcivescovili. Il cognome della famiglia deriva dal latino vice comitis, che significa "nelle veci dei conti", cioè "viceconti", dal latino vice (abl.) 'al posto (di)' e comes, gen. comitis 'conte' (originariamente 'compagno, associato'), espressione che indicava un vassallo e compagno di armi del re o dell'imperatore, nella fattispecie dell'imperatore del Sacro Romano Impero[1].

Sono spesso ricorrenti nei documenti storici due capostipiti della famiglia: Eriprando I Visconti e Valderico Visconti (dell'863)[2].

In termini storici si ritiene che si trattasse di una delle famiglie di capitanei che l'arcivescovo Landolfo investì dei feudi detti caput plebis. La documentazione relativa risale al 1157 e da essa risulta come i Visconti fossero titolari del capitanato di Marliano (l'odierna Mariano Comense). In epoca coeva, comunque prima del 1070, ottennero l'ufficio pubblico di visconte che poi diventò ereditario in tutta la discendenza maschile.[3] Alla funzione di visconti, o vicari del conte, si collega l'adozione dell'insegna recante una vipera che ingoia un fanciullo, tuttora nello stemma del Comune di Milano. Ben presto la famiglia si suddivise in diversi rami, alcuni dei quali investiti di feudi lontani da Milano, mentre il ramo che diede alla città la dinastia signorile e poi ducale viene fatto discendere da Uberto, deceduto nella prima metà del XIII secolo[4].

Suo figlio Ottone fu investito da Papa Urbano IV dell'arcivescovato di Milano il 22 luglio 1262[5][6] e, appoggiato dai suoi capitanei e valvassori, sostenne una lunga lotta contro la fazione popolare capeggiata dai Della Torre, contro i quali prevalse a Desio nel 1277. Egli fece eleggere capitano del popolo, nel 1287, il pronipote Matteo I cui l'imperatore eletto Rodolfo I concesse il vicariato imperiale nel 1288. La resistenza dell'opposta parte condusse all'esilio visconteo nel 1302; tuttavia nel 1310, grazie al supporto del nuovo imperatore Enrico VII, i Visconti rientrarono in Milano.

La reazione guelfa e pontificia non si fece attendere, conducendo Matteo I ad abdicare a favore del figlio Galeazzo I che la fronteggiò valorosamente finché fu preso prigioniero da Ludovico il Bavaro (1327). Dei fratelli di Galeazzo I, Marco fu condottiero, mentre Luchino e Giovanni assursero alla signoria dopo la morte di Azzone, figlio di Galeazzo I, che l'aveva riavuta nel 1329. Luchino Novello, figlio di Luchino, venne fatto escludere dalla signoria da Giovanni. La dinastia fu continuata dalla progenie di Stefano, figlio di Matteo, i cui tre figli Matteo II, Galeazzo II e Bernabò, le diedero lustro e potenza.

A Galeazzo II succedette nel 1378 il figlio Gian Galeazzo, che nel 1385 fece prigioniero lo zio Bernabò di cui aveva sposato in seconde nozze la figlia Caterina, e nel 1395 fu nominato Duca di Milano dall'imperatore Venceslao. Mentre sua figlia Valentina, unica figlia della prima moglie Isabella di Francia, andava in sposa al principe francese Luigi d'Orleans, gli succedevano i figli di seconde nozze, prima Giovanni Maria e poi Filippo Maria.

Dopo la nomina di Gian Galeazzo Visconti a duca di Milano, i Visconti affidarono ai letterati di corte la redazione della leggenda relativa alla genealogia familiare che faceva risalire le origini ad ascendenze troiane individuando come capostipite Anglo, figlio di Enea, a cui venne attribuita la fondazione di Angera[7].

Milano, capoluogo della Lombardia

I domini viscontei nel XIV secolo

Le fortune dei Visconti iniziarono nel 1262, quando Ottone Visconti fu nominato arcivescovo di Milano. La nomina fu piuttosto casuale, Ottone venne infatti nominato da un intervento della curia papale che per sedare i conflitti interni al capitolo metropolitano, normalmente incaricato della nomina, decise di nominare un esterno. Ottone, che all'epoca era il cappellano del cardinale Ottaviano degli Ubaldini, per oltre 15 anni non poté entrare in città dove era in corso una lotta di potere fra ghibellini e i guelfi guidati dai Della Torre[6]. La battaglia di Desio (1277), in cui le truppe di Ottone sconfissero quelle di Napoleone della Torre, pose fine alla dominazione torriana e all'indipendenza del comune di Milano; Ottone fece ingresso in città e si insediò.

Nel 1287, in seguito alla distruzione di Castelseprio[8] e alla sconfitta dei Della Torre, Matteo Visconti venne nominato "Capitano del popolo". Nel 1302 vi fu un breve ritorno del Della Torre durante il quale Matteo Visconti fu esiliato. Nel 1310, approfittando della riconciliazione imposta dalla discesa dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, rientrò a Milano e l'anno successivo, forte del titolo di vicario imperiale conferitogli dall'imperatore, riuscì a estromettere definitivamente i Della Torre dando inizio ad un'opera di unificazione della Lombardia proseguita poi dai suoi successori.

L'opera di unificazione fu completata da Azzone Visconti, figlio di Galeazzo e nipote di Matteo, che si adoperò per gettare le basi di una struttura che coordinasse politicamente i suoi domini e che accentrasse il potere nelle mani della dinastia.

Nell'anno 1327, con la morte del padre, rimase lui come unico erede ed in opposizione al pontefice, comprò il titolo di vicario di Milano dall'Imperatore Ludovico IV. Nel 1332 al governo del nuovo vicario, si associarono gli zii Luchino e Giovanni Visconti, figli di Matteo, in una sorta di triumvirato. L'altro zio Lodrisio, rimastone fuori, inscenò invano una serie di congiure per spodestare i tre; quando tutti suoi complici furono arrestati da Azzone (23 novembre 1332), e rinchiusi nelle prigioni di Monza (dette i forni), fu costretto a fuggire a Verona, dove ospite di Mastino II della Scala, tesse una serie di alleanze, tra i quali rientravano gli scaligeri stessi ed il Signore di Novara Calcino Tornielli, nemico dell'Arcivescovo Giovanni. Si venne allo scontro decisivo il 21 febbraio 1339 nella Battaglia di Parabiago, vinta dai triumviri.

Dall'iniziale congregazione di città sottoposte al dominio di un unico signore, Giovanni e Luchino, ma soprattutto Gian Galeazzo e Bernabò, tramite un'intensa attività di consolidamento della loro supremazia attuata con il ridimensionamento delle autonomie locali e l'attrazione nella loro orbita delle molteplici piccole signorie rurali crearono una sorta di struttura statuale.

Con Giovanni Visconti, alla metà del XIV secolo si ebbe la prima grande espansione dei possedimenti della famiglia con la vittoria sui Signori di Verona (gli Scaligeri) e con la sottomissione addirittura di Genova e Bologna[9].

Bernabò e Galeazzo II: due modelli diversi di governo e due corti distinte (Milano e Pavia)

Alla morte dell’arcivescovo Giovanni (1354), il consiglio generale del Comune di Milano diede mandato a Boschino Mantegazza di conferire la signoria ai nipoti del presule, i quali accettarono, richiedendo però un lodo per ripartire fra i tre i beni ereditari dello zio e lo stesso dominio. A Bernabò andarono inizialmente due porte di Milano, unitamente alle città e alle terre orientali: Bergamo, Brescia, Cremona, Crema, Soncino, la Val Camonica, la Riviera del Garda, Rivolta e Caravaggio. A Galeazzo spettò la fascia di territorio più orientale e più vicina ai domini sabaudi, con cui tanti legami egli aveva: Vercelli, Novara, Alba, Asti, Alessandria, Tortona, Bassignana, Vigevano e Como. Mentre a Matteo II spettarono: Lodi, Parma, Piacenza, Bobbio, Bologna, Pontremoli, Melegnano, Monza, Vaprio e Pandino (oltre ai contadi della Martesana e della Bazana). Dopo la morte di Matteo nel 1355 Bernabò ottenne Lodi, Parma e Pandino, mentre Galeazzo II ebbe Piacenza, Bobbio, Pontremoli e Monza e le porte di Milano Comacina, Vercellina, Giovia e Ticinese, nonché i territori del Seprio e della Bulgaria[10][11][12].

Bernabò, che nel 1371 riuscì a conquistare Reggio Emilia, amministrò la giustizia in deroga a statuti e consuetudini, talora in prima persona dal dominus, facendone uno strumento di costruzione del consenso. Inoltre resse il dominio appoggiandosi alla moglie e ai figli, cui affidò il governo di singole comunità e città, riducendo in tal modo al minimo la sua curia. Trattò molto spesso con durezza i guelfi, favorendo i ghibellini[10][13].

Galeazzo II, dopo la presa di Pavia, il 13 novembre del 1359[14][15], portò la sua residenza e la sua corte a Pavia. L’impressionante rinnovamento urbanistico cui fu sottoposta la città per ordine di Galeazzo II a partire dal 1360 appare un piano ben preordinato, intriso di grandeur regia e votato alla valorizzazione della memoria del ruolo di capitale del Regno longobardo prima e del Regno d'Italia poi, che Pavia ebbe fino all'XI secolo. Eredità a cui Galeazzo II, e in seguito anche il figlio Gian Galeazzo, voleva richiamarsi, utilizzando soprattutto le memorie della regalità altomedievale che Pavia conservava, al fine di legittimare il suo potere e ponendosi in diretta continuità con i re longobardi e altomedievali. Terminati il cantiere del castello, nel 1365, Galeazzo II, forse anche a causa di certi dissapori nei confronti del fratello Bernabò, lasciò Milano e si trasferì con tutta la sua corte a Pavia[14].

Da Pavia Galeazzo II, caratterizzato da pratiche di governo e ideali completamenti diversi dal fratello[16][17], governò la parte occidentale dei domini viscontei. Il signore, dotato di spiccata cultura (diversamente da Bernabò che non amò mai circondarsi da intellettuali[10]), non solo ospitò presso la sua corte Francesco Petrarca, ma dotò il proprio castello di Pavia di una importante biblioteca (poi arricchita dai suoi successori) e fondò, nel 1360, l’università, la prima di tutto Stato visconteo. Sia lui sia la moglie Bianca di Savoia patrocinarono la creazione di importanti cantieri, come la chiesa del Carmine o il monastero di Santa Chiara la Reale e, sempre richiamandosi al sogno regio, dotò il suo castello di vasto parco (il parco Visconteo) che doveva rievocare il favoloso giardino del palazzo Reale altomedievale e volle essere sepolto nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, dove si trovava la tomba del re longobardo Liutprando[18].

Gian Galeazzo e il sogno regio visconteo

Albarello decorato con lo stemma visconteo ritrovato nella tomba di Gian Galeazzo, Pavia, Musei Civici

Il successore di Galeazzo II, Gian Galeazzo, proseguì con maggiore vigore le idee del padre[19]. Fino al colpo di mano del 1385, che gli permise, con la deposizione dello zio Bernabò di unificare i domini viscontei, la dinastia fu divisa in due corti: quella di Milano, dove risiedeva Bernabò, e quella di Gian Galeazzo a Pavia. Dopo il 1385 Gian Galeazzo e la sua corte, pur itinerando di continuo tra Pavia e Milano, molto più spesso risiedeva a Pavia[14], soggiornando volentieri nel castello e frequentando il Parco Visconteo, che Gian Galeazzo non solo fece ampliare, ma lo dotò di nuove strutture, al termine del quale si trovava la Certosa, il tempio dinastico voluto dal signore. La presenza a Pavia della corte, anche per Gian Galeazzo, aveva un chiaro ruolo simbolico, dato che permetteva ai Visconti di richiamarsi sia ai re longobardi che a quelli del regno d’Italia, legittimando così le loro pretese regie[18]. Con Gian Galeazzo lo Stato Visconteo raggiunse la sua massima estensione: tra il 1387 e il 1389 furono conquistate Verona, Vicenza, Feltre, Belluno e, temporaneamente, Padova, mentre tra il 1399 e il 1402 il signore estese il suo controllo a Pisa, Siena, Perugia, Assisi e Bologna[13]. Ma soprattutto, richiamandosi al sogno regio del padre, Gian Galeazzo riuscì a trasformare i Visconti in una dinastia ereditaria grazie all'ottenimento nel 1396 del titolo di duca di Milano da parte dell'imperatore Venceslao[17][20]. Faceva parte del progetto del signore la creazione (sempre concessa dall'imperatore) della contea di Pavia (1396) destinata al primogenito[21], la duplicazione della capitale e delle sedi della corte (Milano e Pavia) e l'istituzione di una struttura burocratica e camerale che raddoppiava le istituzioni milanesi (solo nel tardo Quattrocento gli Sforza tentarono di superare questa dualità, ma nonostante questi tentativi a Pavia restarono archivi, Biblioteca, reliquie, strutture residenziali cortigiane e l'immenso Parco Visconteo fino alla caduta della dinastia sforzesca). La duplice sede della corte, tra Milano e Pavia, attribuiva a quest'ultima un ruolo distinto, una identità forte e prestigiosa all'interno del dominio e rispetto alle altre città, a scapito della centralità milanese, situazione che rimase anche dopo il 1413, quando Filippo Maria Visconti scelse definitivamente a Milano come sede principale della corte[14].

Ducato di Milano

Domini alla morte del Duca Gian Galeazzo Visconti (le date indicano l'inizio e l'eventuale fine del dominio visconteo)

Dopo la morte di Gian Galeazzo nel 1402 il Ducato - che aveva raggiunto la sua massima espansione - passò ai suoi figli Giovanni Maria e Filippo Maria, ma il dominio, che Gian Galeazzo aveva messo insieme con ogni sorta di violenze, andò in pezzi, e a mala pena poterono essere conservate le province più vecchie che lo componevano.

La linea Ducale di Milano si estinse nella linea maschile con la morte di Filippo Maria nel 1447 ed il Ducato passò (dopo la breve esperienza della Repubblica Ambrosiana) a Francesco Sforza, il quale aveva sposato la figlia illegittima di Filippo, Bianca Maria. In linea femminile legittima, i Valois-Orleans, quali discendenti di Valentina Visconti, vantavano seri diritti su Milano, diritti che furono fatti valere da Luigi XII di Francia agli inizi del XVI secolo.

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Lago Maggiore

Lago Maggiore

Il Lago Maggiore o Verbano è un lago prealpino di origine fluvioglaciale della regione geografica italiana. Le sue rive sono condivise tra Svizzera e Italia.

Ablativo

Ablativo

Ablativo deriva dal latino ab+lativus, in cui il prefisso "ab" indica una provenienza e "lativus" è aggettivazione del verbo latino che significa portare: ferre. L'ablativo è uno dei casi fondamentali della declinazione dei nomi in molte lingue indoeuropee e presente in numerose altre famiglie linguistiche; è il caso che indica l'origine e l'allontanamento.

Genitivo

Genitivo

Il genitivo è un caso della declinazione di diverse lingue indoeuropee, antiche e moderne. Esso viene normalmente usato per esprimere una specificazione, più precisamente un possesso: ad esempio, nella frase "il libro di Luigi è intrigante", la parte in corsivo verrebbe espressa con il genitivo.

Imperatore del Sacro Romano Impero

Imperatore del Sacro Romano Impero

L'imperatore del Sacro Romano Impero, formalmente Imperatore dei Romani, fu, con alcune variazioni, il titolo portato dal capo del Sacro Romano Impero, durante tutta la sua esistenza, dall'800, quando Carlo Magno divenne Imperatore d'Occidente, sino al 1806 con la Pace di Presburgo e la morte definitiva dell'Impero.

Eriprando I Visconti

Eriprando I Visconti

Eriprando I Visconti è stato un condottiero italiano. È stato uno dei primi esponenti della famiglia Visconti, così chiamati forse perché alcuni antenati furono viceconti del conte di Milano.

863

863

L'863 è un anno del IX secolo.

Arcivescovo

Arcivescovo

Arcivescovo è il nome che nella Chiesa cattolica, nelle Chiese ortodosse e nell'anglicanesimo si dà al vescovo che presiede un'arcidiocesi. Essere arcivescovo invece che vescovo non comporta un'ulteriore ordinazione: è lo stesso grado del sacramento dell'ordine; la distinzione non è di carattere sacramentale, ma di funzione nella chiesa.

Landolfo II da Carcano

Landolfo II da Carcano

Landolfo II da Carcano fu arcivescovo di Milano dal 979 al 998.

Feudo

Feudo

Il termine feudo indicava un diritto concesso tramite un patto di fiducia da una persona più ricca e potente in cambio di un servizio fornito in modo continuativo. Sotto questa definizione, in realtà molto generica, si collocano due istituzioni sostanzialmente uguali, la più antica e originaria, afferente al diritto privato; e la seconda, di natura pubblica, entrata nell'uso nel XII secolo e durata fino all'età moderna.

1157

1157

Il 1157 è un anno del XII secolo.

Capitano del popolo

Capitano del popolo

Il capitano del popolo fu una figura politica dell'amministrazione locale in uso nell'Italia medievale, istituita essenzialmente per bilanciare il potere e l'autorità delle famiglie nobili.

1070

1070

Il 1070 è un anno dell'XI secolo.

Visconti di Modrone

Lo stesso argomento in dettaglio: Visconti di Modrone.
Stemma dei Visconti di Modrone

I Visconti di Modrone discendono da Vercellino Visconti, figlio di Uberto (podestà di Vercelli e Como fra il 1290 e il 1295), fratello di Matteo I Visconti, signore di Milano.

Da Vercellino discesero Giovanni, la cui linea si estinse con Ottone che fu uno degli uccisori di Giovanni Battista Visconti e Antonio nella cui discendenza sono degni di menzione: Guido marito di Leta Manfredi, governatore di Genova e Cremona sotto Galeazzo Maria Sforza e padre di Veronica moglie di Federico Borromeo; Giovanni Battista che fu inviato come ambasciatore di Milano presso Carlo V d'Asburgo nel 1541.

Nel 1683 Nicolò Maria Visconti figlio di Antonio Coriolano e di Maddalena Durini, sposò Teresa Modroni facendo nascere il ramo collaterale dei Visconti di Modrone che acquisisce il titolo di Marchesi di Vimodrone[22].

Con decreto del 5 marzo 1813[23], Napoleone Bonaparte concede il titolo di Duca del Regno a Carlo Visconti di Modrone. Il titolo verrà poi riconfermato pochi anni più tardi dall'imperatore Francesco I d'Austria[24], nuovo sovrano della Lombardia a seguito della caduta di Napoleone. Nel 1837, venuto a mancare il duca Carlo, privo di discendenza diretta, titoli e proprietà vennero trasferiti al cugino di secondo grado Uberto, figlio di Gaetano e Aurelia Gonzaga marito di Giovanna Gropallo e padre del Duca Raimondo, del Duca (dopo la morte del fratello) Guido, Carlo, Luigi e Gaetano[25].

Da Guido discendono gli attuali membri della famiglia. Nel 1937, Vittorio Emanuele III concesse il titolo di Duca di Grazzano Visconti a Giuseppe, terzo figlio di Guido, per ricompensa il restauro del borgo storico, del castello di Grazzano e per la promozione dell'artigianato. Al ramo dei Visconti di Modrone appartengono inoltre:

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Matteo I Visconti

Matteo I Visconti

Matteo I Visconti, detto Matteo Magno, era figlio di Teobaldo Visconti, quindi nipote dell'arcivescovo di Milano Ottone Visconti, e di Anastasia Pirovano.

Galeazzo Maria Sforza

Galeazzo Maria Sforza

Galeazzo Maria Sforza fu duca di Milano dal 1466 al 1476, anno in cui fu assassinato nei pressi della chiesa di Santo Stefano per mano di alcuni nobili.

Federico Borromeo

Federico Borromeo

Federico Borromeo è stato un cardinale italiano, arcivescovo di Milano dal 1595.

Carlo V d'Asburgo

Carlo V d'Asburgo

Carlo V d'Asburgo è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna dal 1516, e principe sovrano dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506.

Durini

Durini

I Durini sono una delle famiglie storiche della nobiltà milanese.

Carlo Visconti di Modrone

Carlo Visconti di Modrone

Carlo Visconti di Modrone, I duca Visconti di Modrone, è stato un nobile, imprenditore e politico italiano.

Francesco II d'Asburgo-Lorena

Francesco II d'Asburgo-Lorena

Francesco Giuseppe Carlo Giovanni d'Asburgo-Lorena, figlio di Leopoldo II, fu l'ultimo Imperatore dei Romani, primo Imperatore d'Austria, Re di Boemia e Re di Ungheria, e ultimo Duca di Milano.

1837

1837

Il 1837 è un anno del XIX secolo.

Gonzaga

Gonzaga

I Gonzaga sono stati una delle più note famiglie principesche d'Europa, protagonisti della storia italiana ed europea dal XIV al XVIII secolo.

Guido Visconti di Modrone (senatore)

Guido Visconti di Modrone (senatore)

Guido Visconti di Modrone, III duca Visconti di Modrone, è stato un nobile, politico, imprenditore filantropo italiano. In gioventù, nel 1859 fu combattente volontario per l'unità d'Italia nel Reggimento Piemonte Reale., poi di nuovo nel 1866 nelle Guide di Garibaldi. Successivamente si impegnò nel campo industriale, nel settore cotoniero.

Castello di Grazzano Visconti

Castello di Grazzano Visconti

Il castello di Grazzano Visconti è un fortilizio situato nell'omonima frazione del comune italiano di Vigolzone, in provincia di Piacenza.

Marcello Visconti di Modrone

Marcello Visconti di Modrone

Marcello Visconti di Modrone, V duca Visconti di Modrone, è stato un nobile, politico e imprenditore italiano. Fu podestà di Milano dal 20 novembre 1929 al 19 novembre 1935.

Albero genealogico

Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche della famiglia Visconti.

Il più antico noto e sicuro componente della dinastia è Anselmo Vicecomes, vivente nel 1067 e 1075. Ebbe due figli: Arialdo e Marchisio, citati in un documento del 1109 assieme ai parenti (cugini) Ardengo, Anselmo, Alberto, Maraldo, Vifredo. Altri Visconti indicati nei documenti dei secoli XI e XII: Rogelio (1184), Arnoldo (1184), il Console di Giustizia Nazario (nel 1185, 1190, 1192), il Rettore Manfredo (1208) e Rogerio Vicecomes di Riziolo Console di Giustizia a Milano nel 1209.

 Eriprando
fl. 1037[26][27]
 
 
 Ottone[28]
*? †1111
 
  
 Eriprando
*? †?
Riccardo
*? †?
 
 
 Guidone[29]
*? †?
 
 
 Ottone[30]
fl. 1162
 
 
 Ruggero[31]
*? † post 1189
 
  
 Eriprando[32]
*? † 1213
Uberto
*? † ante 1248
 
     
 Ottone
*12071295
Azzone[33]
*? †1262
Andreotto
*? †?
Obizzo[34]
fl. 1266
Gaspare[35]
fl. 1248
  
  
 Teobaldo
*12301276

rami cadetti[54]
 
  
 Matteo I
*12501322
 Uberto[36]
*1280? †1315
  
        
Galeazzo I
*12771328
Marco[37]
*? †1329
 Luchino
*12871349
 Stefano
*12881327
 Giovanni
*12901354
Vercellino[38]
fl. 1317
Giovanni[39]
fl. 1320
Ottorino[40]
fl. 1335
       
           
Azzone
*13021339
 Luchino Novello
*13461399
Brizio[41]
*? †1356
Borso[42]
*? †?
Matteo II
*13191355
Galeazzo II
*1320? †1378
 Bernabò
*13231385
Leonardo[43]
fl. 1348

rami cadetti[55]

rami cadetti[56]

rami cadetti[57]
  
          
 Gian Galeazzo
*13511402
Ambrogio[44]
*13431373
Estorre[45]
*13461413
Marco[46]
*13531382
Ludovico[47]
*13551404
Rodolfo[48]
*13581389
Carlo[49]
*13591403
Gianmastino[50]
*13701405
Sagramoro[51]
*? †1385
Lancellotto[52]
*? †?
   
     
 Giovanni Maria
*13881412
Filippo Maria
*13921447
 Marco
*? †?
Giancarlo[53]
*? †1418
 
rami cadetti[58]
  
   
 Bianca Maria
*14251468
Francesco Sforza
*14011466
 Carlo
*? †?
Rodolfo
*? †?
 
 
 
Dinastia degli Sforza

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Rami cadetti

I rami cadetti della famiglia Visconti:

  • Visconti di Modrone, dal 1290
  • Visconti di Pisa, estinto nel 1296
  • Visconti di Gallura, estinto nel 1339[59]
  • Visconti-Sforza
  • Conti di Sesto Calende, II ramo estinto 1552
  • Visconti Borromeo, estinto nel 1564
  • Signori di Busto, estinto nel 1564
  • Signori di Groppello, estinto nel 1598
  • Marchesi di San Vito dal 1619, estinto dal 1997
  • Signori di Albizzate, estinto nel 1633
  • Conti di Sesto Calende, III ramo estinto 1656
  • Marchesi di Turano, estinto nel 1672
  • Conti di Carbonara, estinto nel 1693
  • Visconti di Besnate, estinto nel 1715
  • Conti di Gallarate e Marchesi di Cislago, estinto nel 1716
  • Conti di Sezze, estinto nel 1716
  • Visconti di Crenna, estinto nel 1722
  • Marchesi di San Giorgio, estinto nel 1724
  • Marchesi della Motta, estinto nel 1740
  • Visconti Borromeo Arese, o Visconti di Brebbia estinto nel 1750
  • Signori di Lonate Pozzolo, dal 1778
  • Marchesi di Borgoratto, estinto nel 1787
  • Marchesi di S. Alessandro, estinto nel 1794
  • Visconti di Massino, estinto nel 1802[60]
  • Conti di Sesto Calende, estinto nel 1814
  • Conti Visconti Borromeo, estinto nel 1834
  • Conti e signori di Fontaneto, estinto nel 1887
  • Consignori di Brignano (Brignano Gera d'Adda), estinto nel 1892[61]
  • Visconti d'Aragona, estinto nel 1895
  • Signori di Cassano Magnago, estinto nel XIX secolo
  • Baroni di Ornavasso, estinto nel XX secolo
  • Conti di Saliceto, estinto nel 1924

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Stemma

Stemma visconteo con cimiero

«Viene offerto dal comune di Milano a uno della nobilissima stirpe dei Visconti che ne sembri il più degno un vessillo con una biscia dipinta in azzurro che inghiotte un saraceno rosso; e questo vessillo si porta innanzi ad ogni altro; e il nostro esercito non si accampa mai se prima non vede sventolare da un'antenna l'insegna della biscia. Questo privilegio si dice concesso a quella famiglia in considerazione delle vittoriose imprese compiute in Oriente contro i saracini da un Ottone Visconti valorosissimo uomo.»

(Bonvesin de la Riva, De magnalibus urbis Mediolani[62])

Secondo il libro Storia di Milano (1945) di Alessandro Visconti, lo stemma dei Visconti fu in origine uno dei vessilli del Comune di Milano: era una bandiera bianca che riproponeva in azzurro il serpente della basilica di Sant'Ambrogio. A seguito della crociate vi posero l'insegna di un saraceno sanguinante[63].

In molti dimostrabili esempi la stessa iconografia risale al tardo impero romano ed è prodotto della nuova fede cristiana che, come simbolo di resurrezione e profezia, adoperano l'immagine di Giona, che nell'Antico e nel Nuovo Testamento viene ingoiato e, dopo tre giorni, vomitato da un grande pesce, raffigurato dagli artisti dell'epoca come un biscione.

Il poeta forlivese Giacomo Allegretti, nel XIV secolo, scrisse un carme sulla "bissa milanese", cioè il biscione. Nello stemma dei Visconti il mostro, persa la sua caratterizzazione di "cattivo", porta in bocca un uomo. Non dovendo più seminare paura tra i nemici, viene amichevolmente chiamato col nome di "biscione".

Una leggenda popolare vuole che il biscione sia stato aggiunto allo stemma di famiglia dopo che un esponente della famiglia Visconti, al seguito dell'imperatore di Germania come generale, avendo trovato una vipera nell'elmo, senza scomporsi l'abbia presa con la mano e gettata lontano senza venire morso da questa.

Alcuni esempi dello stemma della famiglia Visconti raffiguranti il biscione:

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De magnalibus urbis Mediolani

De magnalibus urbis Mediolani

Il De magnalibus urbis Mediolani è un trattato scritto in latino sotto forma di cronaca nel 1288 da Bonvesin de la Riva, illustre poeta e scrittore milanese del XIII secolo. Dal titolo si evince il contenuto panegirico dell'opera che, composta durante il periodo visconteo, vuole glorificare rendendole pubbliche la forza, la modernità e la ricchezza della città di Milano.

1945

1945

Il 1945 è un anno del XX secolo.

Milano

Milano

Milano è un comune italiano di 1 354 196 abitanti, capoluogo della regione Lombardia e dell'omonima città metropolitana, è centro di una delle più popolose aree metropolitane d'Europa, è inoltre il secondo comune più popoloso d'Italia dopo Roma e rientra tra le venti città più grandi dell'Europa intera.

Bandiera bianca

Bandiera bianca

La bandiera bianca è una bandiera di colore bianco. In un contesto bellico può significare una resa incondizionata, una soluzione parlamentale, il cessate il fuoco o la fine delle ostilità.

Basilica di Sant'Ambrogio

Basilica di Sant'Ambrogio

La basilica di Sant'Ambrogio, il cui nome completo è basilica romana minore collegiata abbaziale prepositurale di Sant'Ambrogio, è una delle più antiche chiese di Milano. Si trova in piazza Sant'Ambrogio e rappresenta non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e romanica, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. È tradizionalmente considerata la seconda chiesa per importanza della città dopo il Duomo di Milano. Insieme alla basilica prophetarum, alla basilica apostolorum ed alla basilica virginum, la basilica martyrum è annoverata tra le quattro basiliche ambrosiane, ovvero quelle fatte costruire da sant'Ambrogio.

Giona (profeta)

Giona (profeta)

Giona è stato un profeta ebreo antico, il protagonista dell'omonimo libro dell'Antico Testamento. È uno dei dodici profeti minori ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica: si commemora il 21 settembre.

Antico Testamento

Antico Testamento

Antico Testamento è il termine, coniato e quindi utilizzato prevalentemente in ambito cristiano, per indicare una collezione di libri ammessa nel canone delle diverse confessioni cristiane che forma la prima delle due parti della Bibbia, che corrisponde all'incirca al Tanakh, chiamato anche Bibbia ebraica. Contiene tutti i libri della Bibbia che precedono la vita di Gesù, a differenza del Nuovo Testamento che contiene solo libri posteriori a Gesù.

Nuovo Testamento

Nuovo Testamento

Il Nuovo Testamento è la raccolta dei 27 libri canonici che costituiscono la seconda parte della Bibbia cristiana e che vennero scritti in seguito alla vita e alla predicazione di Gesù di Nazareth. Nuovo Testamento o Nuovo Patto è un'espressione utilizzata dai cristiani per indicare il nuovo patto stabilito da Dio con gli uomini per mezzo di Gesù Cristo. I testi sono scritti in greco della koiné e rivelano di fondo un ambiente semitico.

Biscione (araldica)

Biscione (araldica)

Il biscione è un simbolo araldico ritratto nell'atto di ingoiare un fanciullo.

Giacomo Allegretti

Giacomo Allegretti

Giacomo Allegretti è stato un poeta, filosofo, medico e astrologo italiano, è noto per aver fondato, secondo alcuni storici, la prima accademia letteraria d'Italia.

Carme (poesia)

Carme (poesia)

Il carme è una forma poetica che, a seconda dei tempi, ha indicato un diverso tipo di genere letterario. Si tratta dell'italianizzazione del termine latino Carmen.

Castello Sforzesco

Castello Sforzesco

Il Castello Sforzesco è un grande complesso fortificato situato a Milano poco fuori dal centro storico della città.

Dimore

Delle dimore costruite ed abitate dai Visconti, si ricordano in particolare:

Il castello Visconteo di Pavia

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Castello Sforzesco

Castello Sforzesco

Il Castello Sforzesco è un grande complesso fortificato situato a Milano poco fuori dal centro storico della città.

Castello Visconteo (Pavia)

Castello Visconteo (Pavia)

Il castello Visconteo di Pavia fu costruito nel 1360 su ordine di Galeazzo II Visconti, che vi trasferì la sua corte, successivamente l'edificio fu sede di corte sia sotto Gian Galeazzo sia, fino al 1413, del figlio Filippo Maria. I Visconti vollero anche disegnare un grandioso parco di caccia, che si estendeva originariamente per una dozzina di chilometri, fino alla Certosa di Pavia e che fu teatro, nel 1525, della battaglia di Pavia. Gran parte della superficie un tempo occupata dal parco ora è suolo agricolo, tuttavia si sono mantenute tre aree naturalistiche che possono a pieno titolo essere considerate eredi della grande riserva di caccia dei signori di Milano: il parco della Vernavola, la garzaia della Carola e quella di Porta Chiossa.

Cascina Boscaiola

Cascina Boscaiola

La Cascina Boscaiola è una cascina situata a Milano, tra viale Jenner e via Edoardo Porro. Si tratta di un complesso storico costruito principalmente nel XV secolo come tenuta di caccia della Signoria di Milano, prima i Visconti e poi gli Sforza.

Castello Visconteo (Abbiategrasso)

Castello Visconteo (Abbiategrasso)

Il Castello Visconteo di Abbiategrasso, di matrice duecentesca, fu eretto a partire dal 1381 da Gian Galeazzo Visconti e fatto abbellire dopo il 1438 da Filippo Maria Visconti. Venne strategicamente costruito in asse con il Naviglio Grande e con la strada di collegamento Milano-Vigevano.

Abbiategrasso

Abbiategrasso

Abbiategrasso è un comune italiano di 32 681 abitanti della città metropolitana di Milano in Lombardia, situato a circa 29 chilometri a sud-ovest dal Duomo di Milano, centro cittadino del capoluogo.

Castello di Belgioioso

Castello di Belgioioso

Il castello di Belgioioso è un monumento situato a Belgioioso, a pochi chilometri da Pavia.

Belgioioso

Belgioioso

Belgioioso è un comune italiano di 6 253 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova nel Pavese meridionale, nella pianura a pochi chilometri dalla riva sinistra del Po. Le frazioni Santa Margherita e San Giacomo si trovano sul bordo del terrazzo che domina la valle alluvionale del fiume. Il comune è lambito nel suo confine a est, presso la frazione Zagonara, dal fiume Olona. Belgioioso fa parte dell'Unione dei Comuni Terre Viscontee del Basso pavese di cui è centro di riferimento per importanza e servizi.

Castelgrande (castello)

Castelgrande (castello)

Castel Grande è un castello nella città di Bellinzona in Svizzera.

Bellinzona

Bellinzona

Bellinzona è un comune svizzero del Cantone Ticino, di cui è la città capitale, nonché capoluogo del distretto omonimo; conta 44 530 abitanti, mentre l'agglomerato e distretto contano oltre 54 900 abitanti.

Brignano Gera d'Adda

Brignano Gera d'Adda

Brignano Gera d'Adda [briˈɲ(ː)aːno ˈʤeːɾa ˈdadːa] è un comune italiano di 6 052 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia.

Castello Visconteo (Legnano)

Castello Visconteo (Legnano)

Il castello Visconteo è una fortificazione medioevale che sorge a sud di Legnano su un'isola naturale del fiume Olona. È conosciuto anche come castello di San Giorgio sin dal XIII secolo. Il complesso architettonico è situato in viale Toselli, fra il parco Castello e piazza I Maggio.

Castello Visconteo (Locarno)

Castello Visconteo (Locarno)

Il Castello Visconteo è un castello eretto nella città di Locarno nel canton Ticino in Svizzera.

Galleria di ritratti

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Galeazzo I Visconti

Galeazzo I Visconti

Galeazzo I Visconti fu signore di Milano dal 1322 al 1328.

Giovanni Visconti (arcivescovo)

Giovanni Visconti (arcivescovo)

Giovanni Visconti è stato arcivescovo e signore di Milano, prima con il fratello Luchino Visconti e poi, dopo la morte di quest'ultimo, da solo, fino alla sua stessa morte.

Luchino Visconti (signore di Milano)

Luchino Visconti (signore di Milano)

Luchino Visconti è stato un condottiero italiano e co-signore di Milano insieme al fratello arcivescovo Giovanni Visconti.

Azzone Visconti

Azzone Visconti

Azzo o Azzone Visconti, figlio di Galeazzo I e Beatrice d'Este, fu signore di Milano dal 1329 al 1339.

Matteo II Visconti

Matteo II Visconti

Matteo II Visconti, fu signore di Bobbio, Bologna, Lodi, Parma, Piacenza e, insieme ai fratelli Galeazzo II e Bernabò, co-Signore di Milano. A causa delle sue dissipatezze, che rischiavano di portare alla rovina il dominio visconteo, venne con buona probabilità avvelenato dai suoi stessi fratelli, che, dopo la sua morte, si divisero le terre da lui controllate.

Galeazzo II Visconti

Galeazzo II Visconti

Galeazzo II Visconti fu Signore di Alessandria, Alba, Asti, Como, Tortona, Novara, Pavia, Vercelli e dal 1355 anche Signore di Bobbio e Piacenza, insieme ai fratelli Matteo II e Bernabò, co-Signore di Milano. Congiuntamente al fratello Bernabò, seppur non di comune accordo, estese i domini della famiglia spianando la strada per il grande "Stato Visconteo" che sarebbe stato definitivamente plasmato da suo figlio Gian Galeazzo Visconti. Fu patrono delle arti e delle lettere e mecenate di Petrarca, da lui invitato a Pavia.

Castello Visconteo (Pavia)

Castello Visconteo (Pavia)

Il castello Visconteo di Pavia fu costruito nel 1360 su ordine di Galeazzo II Visconti, che vi trasferì la sua corte, successivamente l'edificio fu sede di corte sia sotto Gian Galeazzo sia, fino al 1413, del figlio Filippo Maria. I Visconti vollero anche disegnare un grandioso parco di caccia, che si estendeva originariamente per una dozzina di chilometri, fino alla Certosa di Pavia e che fu teatro, nel 1525, della battaglia di Pavia. Gran parte della superficie un tempo occupata dal parco ora è suolo agricolo, tuttavia si sono mantenute tre aree naturalistiche che possono a pieno titolo essere considerate eredi della grande riserva di caccia dei signori di Milano: il parco della Vernavola, la garzaia della Carola e quella di Porta Chiossa.

Bernabò Visconti

Bernabò Visconti

Bernabò Visconti, in lingua latina Barnabos Vicecomes, fu Signore di Bergamo, Brescia, Cremona, Soncino, Lonato e Valcamonica, dal 1355 anche Signore di Bologna, Lodi e Parma, e dal 1378 anche Signore di Bobbio e Piacenza, insieme ai fratelli Matteo II e Galeazzo II, co-Signore di Milano. Congiuntamente al fratello Galeazzo, seppur non di comune accordo, estese i domini della famiglia spianando la strada per il grande "Stato Visconteo" che sarebbe stato definitivamente plasmato da suo nipote, Gian Galeazzo Visconti, assurto al potere dopo l'eliminazione di Bernabò stesso.

Gian Galeazzo Visconti

Gian Galeazzo Visconti

Gian Galeazzo Visconti, detto Conte di Virtù dal nome di Vertus in Champagne, titolo portato in dote dalla prima moglie Isabella di Valois, è stato un politico italiano, primo Duca di Milano, nonché conte di Vertus, di Pavia, Signore di Milano, Verona, Crema, Cremona, Bergamo, Bologna, Brescia, Belluno, Feltre, Novara, Como, Lodi, Vercelli, Alba, Asti, Pontremoli, Tortona, Alessandria, Valenza, Piacenza, Bobbio, Parma, Reggio Emilia, Vicenza, Pisa, Perugia, Siena, Assisi.

Isabella di Valois

Isabella di Valois

Isabella di Valois era una principessa francese, membro della casata dei Valois, nonché moglie di Gian Galeazzo Visconti, che dopo la sua morte divenne Duca di Milano.

Giovanni Maria Visconti

Giovanni Maria Visconti

Giovanni Maria Visconti è stato il secondo duca di Milano.

Filippo Maria Visconti

Filippo Maria Visconti

Filippo Maria Visconti è stato l'ultimo duca di Milano della dinastia viscontea.

Carte da gioco Visconti

Lo stesso argomento in dettaglio: Mazzi Visconti-Sforza e Tarocchi Visconti di Modrone.
Dettagli della carta degli amanti del mazzo Cary-Yale, che mostra lo stemma Visconti unito ad un altro (di rosso alla croce d'argento)

I mazzi Visconti-Sforza sono mazzi di Tarocchi risalenti al XV secolo che hanno dato, con ogni probabilità, origine ai mazzi classici e in particolare alla variante marsigliese dalla quale deriva gran parte dei Tarocchi moderni.

Biblioteca visconteo sforzesca

Lo stesso argomento in dettaglio: Biblioteca visconteo sforzesca.
Il grande Parco Visconteo

Nel castello di Pavia[64], sede della corte di Galeazzo II prima e di Gian Galeazzo poi, il primo duca di Milano cominciò a radunare diversi fondi librari, alcuni di provenienza familiare, come i manoscritti dello zio Bernabò, altri requisiti a personaggi caduti in disgrazia, altri ancora frutto di bottini di guerra, come i manoscritti predati ai Carraresi nel 1388, all'interno dei quali vi erano ben 30 codici appartenuti a Francesco Petrarca.La biblioteca fu poi accresciuta dai suoi successori, che fecero realizzare libri anche per l'educazione dei figli (la corte Viscontea fu una delle prime in cui si insegnò la grammatica greca). La corte dei Visconti e degli Sforza si avvaleva di copisti e miniatori di grande qualità, come Giovannino de' Grassi, Michelino da Besozzo, Belbello da Pavia, Cristoforo e Ambrogio de Predis e Giovanni Pietro Birago. La biblioteca era custodita nella torre sud-ovest del castello, dove, accanto ai preziosi volumi, vi erano anche diverse reliquie, collezioni di mirabilia della natura, come il "corno di unicorno", il grande orologio-astrario realizzato nel Trecento da Giovanni Dondi, medico di corte e professore presso l'università di Pavia, e parte dei documenti dell'archivio Visconteo. A fine Quattrocento la biblioteca contava oltre 900 manoscritti miniati. Nel 1499, in seguito alla conquista del ducato di Milano, il re di Francia Luigi XII portò la biblioteca in Francia. Attualmente presso la Bibliothèque nationale de France si conservano circa 400 codici provenienti dalla biblioteca Visconteo-Sforzesca, mentre altri (tra cui il preziosissimo codice di Virgilio, con miniature di Simone Martini, appartenuto al Petrarca e ora conservato nella biblioteca Ambrosiana di Milano) sono presenti in diverse bibliotece italiane, europee e statunitensi[65][66].

Scopri più Biblioteca visconteo sforzesca per argomenti

Biblioteca visconteo sforzesca

Biblioteca visconteo sforzesca

Per Biblioteca visconteo sforzesca si intendeva la biblioteca privata dei signori e duchi di Milano delle dinastie dei Visconti e degli Sforza, la biblioteca si trovava nel castello di Pavia fu portata in Francia dal re Luigi XII.

Castello Visconteo (Pavia)

Castello Visconteo (Pavia)

Il castello Visconteo di Pavia fu costruito nel 1360 su ordine di Galeazzo II Visconti, che vi trasferì la sua corte, successivamente l'edificio fu sede di corte sia sotto Gian Galeazzo sia, fino al 1413, del figlio Filippo Maria. I Visconti vollero anche disegnare un grandioso parco di caccia, che si estendeva originariamente per una dozzina di chilometri, fino alla Certosa di Pavia e che fu teatro, nel 1525, della battaglia di Pavia. Gran parte della superficie un tempo occupata dal parco ora è suolo agricolo, tuttavia si sono mantenute tre aree naturalistiche che possono a pieno titolo essere considerate eredi della grande riserva di caccia dei signori di Milano: il parco della Vernavola, la garzaia della Carola e quella di Porta Chiossa.

Galeazzo II Visconti

Galeazzo II Visconti

Galeazzo II Visconti fu Signore di Alessandria, Alba, Asti, Como, Tortona, Novara, Pavia, Vercelli e dal 1355 anche Signore di Bobbio e Piacenza, insieme ai fratelli Matteo II e Bernabò, co-Signore di Milano. Congiuntamente al fratello Bernabò, seppur non di comune accordo, estese i domini della famiglia spianando la strada per il grande "Stato Visconteo" che sarebbe stato definitivamente plasmato da suo figlio Gian Galeazzo Visconti. Fu patrono delle arti e delle lettere e mecenate di Petrarca, da lui invitato a Pavia.

Gian Galeazzo Visconti

Gian Galeazzo Visconti

Gian Galeazzo Visconti, detto Conte di Virtù dal nome di Vertus in Champagne, titolo portato in dote dalla prima moglie Isabella di Valois, è stato un politico italiano, primo Duca di Milano, nonché conte di Vertus, di Pavia, Signore di Milano, Verona, Crema, Cremona, Bergamo, Bologna, Brescia, Belluno, Feltre, Novara, Como, Lodi, Vercelli, Alba, Asti, Pontremoli, Tortona, Alessandria, Valenza, Piacenza, Bobbio, Parma, Reggio Emilia, Vicenza, Pisa, Perugia, Siena, Assisi.

Bernabò Visconti

Bernabò Visconti

Bernabò Visconti, in lingua latina Barnabos Vicecomes, fu Signore di Bergamo, Brescia, Cremona, Soncino, Lonato e Valcamonica, dal 1355 anche Signore di Bologna, Lodi e Parma, e dal 1378 anche Signore di Bobbio e Piacenza, insieme ai fratelli Matteo II e Galeazzo II, co-Signore di Milano. Congiuntamente al fratello Galeazzo, seppur non di comune accordo, estese i domini della famiglia spianando la strada per il grande "Stato Visconteo" che sarebbe stato definitivamente plasmato da suo nipote, Gian Galeazzo Visconti, assurto al potere dopo l'eliminazione di Bernabò stesso.

Da Carrara

Da Carrara

La famiglia da Carrara fu una famiglia aristocratica padovana.

Francesco Petrarca

Francesco Petrarca

Francesco Petrarca è stato uno scrittore, poeta, filosofo e filologo italiano, considerato il precursore dell'umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua opera più celebre, il Canzoniere, patrocinata quale modello di eccellenza stilistica da Pietro Bembo nei primi del Cinquecento.

Belbello da Pavia

Belbello da Pavia

Belbello da Pavia, noto anche come Luchino Belbello da Pavia, è stato un miniatore e pittore italiano, attivo tra il 1430 e il 1470 circa.

Cristoforo de Predis

Cristoforo de Predis

Cristoforo de Predis è stato un miniaturista italiano.

Giovanni Ambrogio de Predis

Giovanni Ambrogio de Predis

Giovanni Ambrogio De Predis è stato un pittore e miniaturista italiano.

Astrario di Giovanni Dondi

Astrario di Giovanni Dondi

L'astrario di Giovanni Dondi è un orologio astronomico che mostra l'ora, il calendario annuale, il movimento dei pianeti conosciuti all'epoca della sua costruzione, del Sole e della Luna. Si tatta di un orologio planetario, considerato ancora oggi un capolavoro dell'epoca medievale progettato e costruito da Giovanni Dondi dall'Orologio, uomo di scienza e umanista che ha insegnato medicina, filosofia, matematica e astronomia nelle università di Padova e Pavia.

Giovanni Dondi dell'Orologio

Giovanni Dondi dell'Orologio

Giovanni Dondi dall'Orologio è stato un medico, astronomo, filosofo, poeta e orologiaio italiano.

Membri principali

Lo stesso argomento in dettaglio: Persone di cognome Visconti.

Molti membri dei Visconti hanno ricoperto e ricoprono tuttora ruoli di rilievo come: architetti, archeologi, arcivescovi, cardinali, registi, attori, condottieri e militari, poeti, pittori, sportivi e cantanti

Fonte: "Visconti", Wikipedia, Wikimedia Foundation, (2023, February 19th), https://it.wikipedia.org/wiki/Visconti.

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Note
  1. ^ Storia della Cittadella e quello che hanno fatto i Visconti in Città Alta, su bergamopost.it, Bergamo post. URL consultato il 7 agosto 2017.
  2. ^ Luigi Simeoni, VISCONTI, in Enciclopedia Italiana, Treccani, 1937.
  3. ^ Gerolamo Biscaro, I maggiori dei Visconti, signori di Milano, Tip. editrice L.F. Cogliati, 1911.
  4. ^ Archivio di Stato di Milano. Visconti.
  5. ^ Charles-Louis Richard; Jean Joseph Giraud, Biblioteca sacra ovvero Dizionario universale delle scienze ecclesiastiche, vol. 13, Ranieri Fanfani, 1835, p. 301.
  6. ^ a b Carlo Varese, Torriani e Visconti, scene casalinghe, pubbliche e storiche della vita milanese nel secolo XV, Milano, ved. di A. F. Stella e Giacomo figlio, 1839.
  7. ^ Nel manoscritto Elogio funebre di Gian Galeazzo Visconti si trova una miniatura di Michelino da Besozzo che ben illustra la leggenda dell'ascendenza della famiglia Visconti.
  8. ^ Battaglia in seguito alla quale Ottone pronunciò il proclama: Castrum Seprum destruatur, et destructum perpetuo teneatur et nullus audeat vel praesumat in ipso Monte habitare («Castel Seprio sia smantellato e perpetuamente tenuto tale, né alcuno osi o presuma di potervi ancora abitare») che fu rispettato fino al 1786.
  9. ^ DA LUCHINO A GIOVANNI: GLI ESERCITI DELLA GRANDE ESPANSIONE (1339- 1354), su academia.edu.
  10. ^ a b c VISCONTI, Bernabò in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato l'8 maggio 2021.
  11. ^ VISCONTI, Galeazzo in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato l'8 maggio 2021.
  12. ^ Viscónti, Matteo II nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato l'8 maggio 2021.
  13. ^ a b (EN) Andrea Gamberini, Milan and Lombardy in the era of the Visconti and of the Sforza, in A Companion to Late Medieval and Early Modern Milan, ed. A. Gamberini, Leiden. URL consultato l'8 maggio 2021.
  14. ^ a b c d (EN) Maria Nadia Covini, Pavia dai Beccaria ai Visconti-Sforza. Metamorfosi di una città, in Le subordinazioni delle città comunali a poteri maggiori in Italia dagli inizi del secolo XIV all’ancien régime. Risultati scientifici della ricerca, a cura di M. Davide, CERM, Trieste 2014, pp. 46-67. URL consultato l'8 maggio 2021.
  15. ^ (EN) Fabio Romanoni, "Come i Visconti asediaro Pavia". Assedi e operazioni militari intorno a Pavia dal 1356 al 1359, in "Reti Medievali- Rivista", VIII (2007).. URL consultato l'8 maggio 2021.
  16. ^ (EN) Tra maiestas imperii e maiestas Domini: il vicariato composito di Galeazzo II Visconti (1354-1378) | Federica Cengarle - Academia.edu, su academia.edu. URL consultato l'8 maggio 2021.
  17. ^ a b (EN) Andrea Gamberini, Politics vs Law in Fourteenth Century Milan: the Visconti and the Issue of Tiranny, in L. Oetzel, K. Weiand (eds.), Defizitäre Souveräne: Herrscherlegitimationen im Konflikt, Frankfurt am Main 2018, pp. 25-46.. URL consultato l'8 maggio 2021.
  18. ^ a b (EN) Piero Majocchi, Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo), in “Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo)”, in Courts and Courtly Cultures in Early Modern Italy and Europe. Models and Languages, Atti del Convegno, ed. S. Albonico, S. Romano, Viella, pp. 189-206.. URL consultato l'8 maggio 2021.
  19. ^ (EN) Federica Cengarle, I Visconti ed il titolo ducale: qualche riflessione, in La naissance du duché de Savoie (1416), L. Ripart, C. Guilleré, P. Vuillemin (éd.), Chambéry, LLSETI. URL consultato l'8 maggio 2021.
  20. ^ (EN) Federica Cengarle, A proposito di dominio naturale: echi europei nel discorso per l'incoronazione ducale di Gian Galeazzo Visconti (1395), in Reti Medievali Rivista, 21/1. URL consultato l'8 maggio 2021.
  21. ^ GIAN GALEAZZO Visconti, duca di Milano in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato l'8 maggio 2021.
  22. ^ L'asilo infantile. 100 anni di storia: dai Visconti alla Scuola d'Infanzia, a cura dell'Associazione Storico-Culturale S. Agostino di Cassago Brianza, Annone, Grafiche Riga, 2003, pp. 106-10, 112-36.
  23. ^ Archivio di Stato di Milano
  24. ^ Archivio di stato: titoli riconosciuti con sovrana risoluzione austroungarica del 27 novembre 1816.
  25. ^ Pompeo Litta, Visconti, in Famiglie celebri italiane, 1823.
  26. ^ Giancarlo Andenna, Renata Salvarani (a cura di), Deus non voluti. I Lombardi alla prima crociata (1100-1101). Dal mito alla ricostruzione della realtà, in Università Storia Ricerca, Milano, Vita e Pensiero, 2003, p. 234, ISBN 88-343-0799-2. URL consultato il 3 gennaio 2019. Ospitato su https://books.google.it.
  27. ^ Pompeo Litta Biumi, Ritratti Dei Visconti Signori di Milano con le loro Vite tratte dalla Storia delle Famiglie celebri italiane, a cura di Eugenio Silvestri, Milano, Eugenio Silvestri, 1847, p. 3. URL consultato il 3 gennaio 2019. Ospitato su https://books.google.it.
  28. ^ Visconte dell'Arcivescovo di Milano
  29. ^ Feudatario di Massino, Albizzate e Besnate.
  30. ^ Console di Milano.
  31. ^ Console di Milano (1172), Podestà di Bergamo (1189).
  32. ^ Vescovo di Vercelli (1208) e Milano (1212).
  33. ^ Vescovo di Ventimiglia (1251 - 1262).
  34. ^ Signore di Massino, console di giustizia di Milano (1266).
  35. ^ Podestà di Oleggio (1248).
  36. ^ Detto il Pico.
  37. ^ Podestà di Alessandria (1310), Signore di Lucca (1329).
  38. ^ Podestà di Vercelli (1317) e Novara (1318-1320).
  39. ^ Podestà di Tortona (1320).
  40. ^ Signore di Castelletto, podestà di Bergamo (1335).
  41. ^ Figlio illegittimo. Signore di Tortona (1347-48), Podestà di Lodi (1339-44).
  42. ^ Figlio illegittimo.
  43. ^ Figlio naturale. Podestà di Novara.
  44. ^ Figlio naturale di Beltramola Grassi. Condottiero e governatore di Pavia
  45. ^ Figlio naturale di Beltramola Grassi. Signore di Milano (1412). Ebbe discendenza illegittima estinta nel 1789.
  46. ^ Signore di Parma (1364-82)
  47. ^ Governatore di Lodi (1379-85), Governatore e Signore di Parma (1385-1404)
  48. ^ Signore di Parma (1364-89)
  49. ^ Signore di Parma (1364)
  50. ^ Signore di Bergamo e Ghiaradadda
  51. ^ Figlio naturale di Montanina de Lazzari. Signore di Brignano.
  52. ^ Figlio naturale di Donnina Porro
  53. ^ Detto Gianpiccinino. Signore di Milano (1412)
  54. ^ Gaspare Visconti fu il capostipite dei seguenti rami viscontei:
    • Signori di Cassano Magnago (est. nel XIX secolo)
    • Signori di Groppello (est. nel 1598)
    • Conti di Carbonara (est. nel 1693)
    • Conti e signori di Fontaneto (est. nel 1887)
    • Signori di Albizzate (est. nel 1633)
    • Visconti Borromeo, conti di Fagnano (est. nel 1564)
    • Visconti Borromeo Arese, conti di Brebbia (est. nel 1750)
  55. ^ Da Vercellino discesero i seguenti rami viscontei:
  56. ^ Da Giovanni discesero i seguenti rami viscontei:
    • Conti di Gallarate e Marchesi di Cislago (est. nel 1716);
    • Marchesi di Turano (est. nel 1672);
    • Conti di Sesto Calende (est. nel 1814);
    • Visconti d'Aragona Marchesi d'Invorio (est. nel 1895);
    • Conti di Sesto Calende (secondo ramo est. nel 1552);
    • Conti di Sesto Calende (terzo ramo est. nel 1656);
    • Baroni di Ornavasso (est. nel XX secolo);
    • Marchesi di S. Alessandro (est. nel 1794).
  57. ^ Da Ottorino discesero i seguenti rami viscontei:
    • Conti Visconti Borromeo (est. nel 1834);
    • Visconti di Massino, di cui la linea principale si estinse nel 1802, ma un altro ramo è ancora esistente.
  58. ^ Sagramoro è il capostipite dei seguenti rami viscontei:
    • Conti di Sezze (estinto nel 1716);
    • Marchesi di San Giorgio (estinto nel 1724);
    • Consignori di Brignano (estinto nel 1764);
    • Conti di Saliceto (estinto nel 1924);
    • Marchesi di Borgoratto (estinto nel 1787).
  59. ^ Giovanna Visconti di Gallura (12911339) unica figlia dell'ultimo giudice di Gallura, Nino, fu giudice titolare di Gallura dalla morte del padre, avvenuta nel 1296, fino alla sua stessa morte, avvenuta nel 1339.
  60. ^ Un altro ramo dei Visconti di Massino è ancora esistente.
  61. ^ Visconti di Brignano, famiglia (fine sec. XIV - 1892), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 28 agosto 2017.
  62. ^ Lo strano stemma dei Visconti, su milano.corriere.it (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2012).
  63. ^ Alessandro Visconti, Storia di Milano, 1945, p. 273
  64. ^ La Biblioteca Visconteo Sforzesca, su collezioni.museicivici.pavia.it.
  65. ^ La Biblioteca Visconteo Sforzesca, su collezioni.museicivici.pavia.it. URL consultato il 6 marzo 2019.
  66. ^ (EN) Maria Grazia Albertini, NOTE SULLA BIBLIOTECA DEI VISCONTI E DEGLI SFORZA NEL CASTELLO DI PAVIA. URL consultato il 6 marzo 2019.
Bibliografia
  • Gerolamo Biscaro, I maggiori dei Visconti, signori di Milano, in Archivio storico lombardo, serie quarta, vol. 16, 1911, pp. 213-248.
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri italiane, Visconti di Milano, Milano, 1823.
  • C. Pompeo Litta, Ritratti dei Visconti signori di Milano con le loro vite, tratte dalla Storia delle Famiglie celebri Italiane, Milano, 1823.
  • Vite dei Dodeci Visconti che Signoreggiarono Milano descritte da Monsignor Paolo Giovio Vescovo di Nocera, Milano, Casa di Gio. Battista Bidelli XDCXLV.
  • Paolo Pacca, Le grandi famiglie d'Europa, I Visconti, Mondadori 1972.
  • Maria Bellonci, Gian Alberto dell'Acqua, I Visconti a Milano, Carlo Perogalli, Edizioni Cariplo 1977.
  • Guido Lopez I signori di Milano: dai Visconti agli Sforza, Roma 2003 ISBN 978-88-541-1440-1.
  • Luigi Barnaba Frigoli, La Vipera e il Diavolo, edizioni Meravigli, Milano 2013 ISBN 978-88-7955-294-3.
  • Bernardino Corio, Storia di Milano, riveduta e annotata da Butti e Ferrario, Vol. 2, Milano 1856.
  • Maria Bellonci, Tu vipera gentile, Milano, Mondadori, 1973.
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