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Giurisprudenza

Da Wikipedia, ma visivamente accattivante

La giurisprudenza (termine derivante dalla lingua latina iurisprudentia, sostantivato da iurisprudens, cioè prudens iuris: «esperto del diritto», o «scienze giuridiche») è la disciplina che studia il diritto e la sua interpretazione giuridica. In senso più ristretto e tecnico, il termine indica l'insieme delle sentenze e delle decisioni attraverso cui gli organi giudicanti di uno Stato interpretano le leggi applicandole ai casi concreti che si presentano loro.[1]

Triboniano consegna le Pandette a Giustiniano, allegoria della Giurisprudenza ad opera di Raffaello nella Stanza della Segnatura ai Musei Vaticani.

Alla giurisprudenza si affianca normalmente la dottrina, intesa quale attività di studio scientifico ed elaborazione intellettuale del diritto. In alcuni sistemi giuridici, come in quelli di common law, la giurisprudenza, intesa, in questo caso, come complesso delle decisioni giudiziarie, rientra tra le fonti del diritto.

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Lingua latina

Lingua latina

La lingua latina è una lingua indoeuropea appartenente al gruppo delle lingue latino-falische. Veniva parlata nel Lazio dagli inizi del I millennio a.C.; oggi rimane la lingua ufficiale di un solo stato al mondo: la Città del Vaticano.

Diritto

Diritto

Il diritto in senso oggettivo è il sistema delle norme giuridiche presenti in un ordinamento giuridico o delle norme che regolano una determinata disciplina, ma in senso soggettivo è sinonimo di potere o facoltà. Per estensione indica anche la scienza giuridica.

Interpretazione giuridica

Interpretazione giuridica

L'interpretazione giuridica, nel diritto, è l'attività volta a chiarire e stabilire il significato delle disposizioni, ossia degli enunciati nei quali si articola il testo di un atto normativo, in vista della loro applicazione nei casi concreti.

Stato

Stato

Lo Stato è l'organizzazione politica e giuridica di una comunità stabilmente stanziata su un territorio. In quanto autorità che governa un territorio e una popolazione, lo Stato costituisce un ordinamento giuridico a base territoriale. Inoltre, secondo una concezione diffusa, l'ordinamento posto e garantito dallo Stato, o con cui lo Stato si identifica, è altresì sovrano perché indipendente sul piano esterno e supremo su quello interno.

Legge

Legge

La legge è un concetto che si lega a vari campi scientifici e tecnici.

Dottrina (diritto)

Dottrina (diritto)

Per dottrina si intende, in campo giuridico, l'insieme del sapere e della speculazione teorica proveniente dagli studiosi del diritto. Lo studio della dottrina e la sua interpretazione è detta giurisprudenza.

Common law

Common law

Per common law si intende un modello di ordinamento giuridico, di origine britannica, basato sui precedenti giurisprudenziali più che sulla codificazione e in generale su leggi e altri atti normativi di organi politici, come invece accade nei sistemi di civil law, derivanti dal diritto romano.

Storia

Età antica

Già nel diritto romano era in vigore il principio scire leges non est verba earum tenere sed vim ac potestatem; del resto la iurisprudentia era per i romani la scienza del diritto, in origine monopolio del collegio sacerdotale dei pontefici, cui competeva la determinazione delle norme di diritto (ius): la loro opera, che si pronunciava su casi concreti, formalmente appariva ricognitiva dello ius, ma in realtà creava ius, procedendo alla sua determinazione non solo sulla base degli usi tradizionali (mores maiorum), ma anche di valutazioni in via equitativa, che portavano ad adeguare la norma di volta in volta alle esigenze. Si assisteva così a una interpretazione continuamente evolutiva per opera della giurisprudenza dei pontifex, che si arricchì poi man mano di nuovi istituti, mantenendosi nel solco degli istituti tradizionali.

Il monopolio pontificale della giurisprudenza dura sino al III secolo a.C., lasciando luogo ad analoga attività di interpretazione da parte della giurisprudenza laica, aperta a chiunque abbia acquisito prestigio per la propria personale competenza nella materia. Si noti che, non esistendo fonti scritte di diritto, l'attività del collegio sacerdotale dava adito a gravi e probabilmente fondati dubbi di arbitrarietà, in special modo quando una vertenza vedeva contrapposti un patrizio (nobile) e un plebeo. Per tale ragione si è giunse alla stesura delle "Leggi delle XII tavole" e al successivo sviluppo del diritto romano classico fino alla codificazione ad opera dell'Imperatore Giustiniano mediante il Corpus iuris civilis anche per tale motivo si ritiene che la tradizione del diritto nell'antica Roma è dunque alla base del moderno sistema legale di civil law vigente in Europa e in via di introduzione anche in Cina.

Medioevo

L'evoluzione giuridica in Europa ha le sue radici proprio nella penisola italiana; i glossatori, quali Pepone, Irnerio e Graziano, furono i primi eruditi a lavorare sugli antichi Codici del diritto romano, guidandone la transizione durante tutto il medioevo. A Cino da Pistoia, Bartolo da Sassoferrato e Baldo degli Ubaldi si deve poi la formazione della nuova scuola di interpretazione delle fonti romane, detta dei commentatori: questi superarono il metodo della glossa per rendere lo stile più libero di confrontarsi con i testi giuridici giustinianei, non fermandosi al significato letterale delle parole ma interpretandone il senso in modo più estensivo, soprattutto al fine di adattare lo spirito delle regole romanistiche alle nuove esigenze di regolazione economica e sociale del tempo[2].

Età moderna

In età moderna contributo significativo fu dato all'inizio del XIX secolo dal codice civile napoleonico, che influenzò la tradizione giuridica nella penisola italiana.[3] Dopo l'unità d'Italia la regolazione dei rapporti privati dei cittadini nella loro vita quotidiana, del commercio, del processo civile, del processo penale, fu prevista nel codice civile e nel codice di commercio insieme al codice di procedura penale e nel codice penale (in quest'ultimo caso prima il codice sardo del 1859, poi quello varato dal Ministro Zanardelli nel 1889 e poi quello riformato dal Ministro Rocco nel 1930).[4] Sul piano del contributo politico al rafforzamento dell'Italia, il ruolo dei giuristi italiani "appare il nerbo e la dimensione caratteristici del nuovo Stato, con i giuristi né impassibili né estranei, ma anzi coinvolti nella comune edificazione e impegnatissimi in una adeguata cementazione della costruenda struttura".[3]

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Diritto romano

Diritto romano

Con diritto romano si indica l'insieme delle norme che hanno costituito l'ordinamento giuridico romano per circa tredici secoli, dalla data convenzionale della Fondazione di Roma fino alla fine dell'Impero di Giustiniano. Infatti, tre anni dopo la morte di Giustiniano l'Italia fu invasa dai Longobardi: l'impero d'Occidente si dissolse definitivamente e Bisanzio, formalmente imperiale e romana, si allontanò sempre più dall'eredità dell'antica Roma e della sua civiltà.

Monopolio

Monopolio

Monopolio è una forma di mercato nella quale un unico venditore offre un prodotto o un servizio per il quale non esistono sostituti stretti oppure opera in ambito protetto. Consiste insomma nell'accentramento dell'offerta del mercato di un dato bene o servizio nelle mani di un solo venditore, nel caso di un solo compratore si dice monopsonio.

Pontefice (storia romana)

Pontefice (storia romana)

Il pontefice era un sacerdote della Religione romana.

III secolo a.C.

III secolo a.C.

Il III secolo a.C. è il secolo che inizia nell'anno 300 a.C. e termina nell'anno 201 a.C. incluso.

Leggi delle XII tavole

Leggi delle XII tavole

Le leggi delle XII tavole sono un corpo di leggi compilato nel 451-450 a.C. dai decemviri legibus scribundis, contenenti regole di diritto privato e pubblico. Rappresentano una tra le prime codificazioni scritte del diritto romano, se si considerano le più antiche mores e lex regia. Non si conosce il testo completo

Imperatore

Imperatore

La parola imperatore è un termine inizialmente utilizzato per indicare un generale vittorioso e quindi, successivamente, il vertice dell'impero romano. Viene comunemente utilizzato per indicare il sovrano di un impero, cioè di un'entità politica composta da popoli, religioni e territori diversi. Il termine, originariamente riferito ai soli imperatori romani, è divenuto in Europa, a partire dal Medioevo, un autentico titolo aristocratico, superiore a quello degli altri re e al pari di quello di Papa, e per questo con più influenza cerimoniale o decisionale.

Corpus iuris civilis

Corpus iuris civilis

Il Corpus iuris civilis o Corpus iuris Iustinianeum (529-534), in italiano Corpus Giustinianeo, è la raccolta di materiale normativo e materiale giurisprudenziale di diritto romano, voluta dall'imperatore bizantino Giustiniano I per riordinare il sistema giuridico dell'impero bizantino.

Civil law

Civil law

Il civil law è un modello di ordinamento giuridico derivante dal diritto romano, oggi dominante a livello mondiale. Spesso è contrapposto ai modelli cosiddetti di common law dei paesi anglofoni. I sistemi di civil law si sono sviluppati dapprima nell'Europa continentale e poi, in moltissimi stati del pianeta, all'interno della cornice dottrinaria del diritto romano-giustinianeo.

Europa

Europa

L'Europa è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente in base a fattori storico-culturali e geopolitici. Come continente, è l'unico situato interamente nell'emisfero settentrionale e costituisce l'estremità occidentale del supercontinente Eurasia, o anche una delle tre parti del supercontinente Eurafrasia, che è detto più comunemente "Continente Antico".

Cina

Cina

La Repubblica Popolare Cinese, detta anche solo Cina, è uno Stato dell'Asia orientale. Il nome Cina può tuttavia fuorviare, esistendo anche la Repubblica di Cina, comunemente nota come Taiwan ; a tal proposito la Repubblica Popolare Cinese è altresì indicata come Cina popolare, al fine di distinguerla da Taiwan. Entrambe le entità reclamano il controllo sul territorio complessivo cinese. La Repubblica Popolare Cinese, con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone, è il paese più popoloso al mondo.

Penisola italiana

Penisola italiana

La penisola italiana, talvolta anche penisola italica o, più raramente, penisola appenninica, è una penisola del continente europeo protesa nel mar Mediterraneo. Politicamente è quasi totalmente parte della Repubblica Italiana: le uniche eccezioni sono i territori dei microstati di San Marino e della Città del Vaticano.

Irnerio

Irnerio

Irnerio è stato un giurista, accademico e glossatore medievale italiano che nell'Università di Bologna, in cui era magister e di cui è considerato uno dei fondatori, riportò in auge i testi legislativi giustinianei appena riscoperti e su cui si stava propagando un diffuso interesse.

Descrizione

Significato concettuale

Lo stesso argomento in dettaglio: Interpretazione giuridica.

L'interpretazione giuridica di un testo normativo non implica una mera conoscenza di esso in sé già espressa, bensì comporta l'analisi e la formulazione di una o più ipotesi circa il significato e, contestualmente, la risoluzione di potenziali conflitti che possono insorgere, o son già in atto, nella sua applicazione.[5] Dal punto di vista dei soggetti che svolgono l'attività interpretativa si suole distinguere tra interpretazione giudiziale, interpretazione dottrinale e interpretazione autentica.

L'attività assume tuttavia valore vincolante soltanto quando sia compiuta dalla magistratura dello Stato nell'esercizio della funzione giurisdizionale. L'interpretazione della disposizione, attraverso cui il giudice giunge alla decisione del caso sottoposto al suo esame, svolge il suo ruolo autoritativo nei confronti delle sole parti del giudizio, che sono le sole destinatarie del provvedimento del giudice.[6] Le massime consolidate della giurisprudenza concorrono inoltre alla formazione del diritto sia nei sistemi di common law che di civil law con minore incidenza in questi ultimi.

Il rapporto con le fonti del diritto

Il termine in senso più strettamente letterale indica il complesso delle decisioni giudiziarie che si sono avute in merito all'applicazione di una norma giuridica, mediante la sua interpretazione e la formulazione di un principio del diritto; nei sistemi giuridici di common law i precedenti desumibili dalle decisioni giudiziarie sono vere e proprie fonti del diritto. Nel diritto italiano e in generale nei sistemi di civil law la sentenza del giudice produce, invece, effetti solo nei confronti delle parti, non cristallizzandosi nell'ordinamento come un vero e proprio precedente formalmente vincolante erga omnes.

Va comunque ricordato che anche nei sistemi di civil law le sentenze delle corti supreme assumono grande importanza pratica alla luce della funzione nomofilattica; si deve inoltre riconoscere all'elaborazione giurisprudenziale il merito di aver favorito, in alcune fasi della storia giuridica dell'Italia, una certa evoluzione del diritto, mediante l'interpretazione del dato normativo in senso più coerente con i tempi.

In Italia, secondo alcuni studiosi, tra i quali basti citare Giuseppe De Rita, la funzione giurisprudenziale sarebbe divenuta nel mondo contemporaneo talmente importante da prendere "il sopravvento su quella legislativa", evidenziando "l'affievolimento delle funzioni politiche (legislativa e di governo) rispetto alla crescita della funzione giurisdizionale; e, all'interno di quest'ultima, la silenziosa prevalenza dei più alti riferimenti giurisprudenziali"[7]. Ciò si spiega con la crescente richiesta di equità[8] che già da anni, negli ordinamenti di common law, aveva portato alle class action ed alle "public law litigations", con cui i cittadini agiscono in giudizio con ogni forma di contestazione delle politiche pubbliche assunte dai poteri rappresentativi.[9]

I giudici civili e amministrativi aditi, ispirati dal primato dell'interpretazione equitativa, reagiscono alle istanze delle masse[10] costruendo "sentenza dopo sentenza un corpo di norme coerenti con le attese di equità dei singoli e delle comunità in cui vivono" ed in questo modo supplendo alle carenze ed alle incertezze della classe politica.

Applicando al giudice penale il nuovo ruolo assunto dalla giurisprudenza nelle società contemporanee, Mauro Calise sostiene che "complici il declino dei partiti e la crescente frammentazione del Parlamento, la magistratura si ritrova ad assolvere a un ruolo di supplenza politica. (...) nella grande maggioranza dei casi, giudici e magistrati farebbero molto volentieri a meno dei riflettori che sempre più implacabili si accendono sulle loro indagini. Ma, al tempo stesso, senza l'ipocrisia di non sapere che in alcuni casi isolati ma molto rilevanti la visibilità ha coinciso con le sorti di importanti carriere politiche". Ne deriva "l'intreccio tra magistratura e media (...) questa spirale perversa quasi mai nasce da una intenzione soggettiva, e tanto meno cospirativa. Ma riflette la diabolica sinergia tra la logica del diritto penale e quella che regola la notiziabilità mediatica"[11]

L'art. 12 delle disposizioni sulla legge in generale contenute nel codice civile italiano espressamente impongono di valutare non soltanto il "significato proprio delle parole secondo la connessione di esse" (c.d. interpretazione letterale), ma anche la "intenzione del legislatore".[12]

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Interpretazione giuridica

Interpretazione giuridica

L'interpretazione giuridica, nel diritto, è l'attività volta a chiarire e stabilire il significato delle disposizioni, ossia degli enunciati nei quali si articola il testo di un atto normativo, in vista della loro applicazione nei casi concreti.

Interpretazione autentica

Interpretazione autentica

È detta interpretazione autentica l'interpretazione della legge effettuata dal medesimo organo che ha posto in essere l'atto normativo. È un meccanismo normativo, non interpretativo, poiché impone norme ed è fonte del diritto.

Common law

Common law

Per common law si intende un modello di ordinamento giuridico, di origine britannica, basato sui precedenti giurisprudenziali più che sulla codificazione e in generale su leggi e altri atti normativi di organi politici, come invece accade nei sistemi di civil law, derivanti dal diritto romano.

Civil law

Civil law

Il civil law è un modello di ordinamento giuridico derivante dal diritto romano, oggi dominante a livello mondiale. Spesso è contrapposto ai modelli cosiddetti di common law dei paesi anglofoni. I sistemi di civil law si sono sviluppati dapprima nell'Europa continentale e poi, in moltissimi stati del pianeta, all'interno della cornice dottrinaria del diritto romano-giustinianeo.

Precedente

Precedente

Il precedente, in diritto, è una decisione, contenuta in un provvedimento giurisdizionale, pronunciata in passato da un giudice, nell'ambito di un processo, in merito ad una fattispecie identica o analoga a quella in esame.

Corte suprema

Corte suprema

La corte suprema, in molti ordinamenti giuridici, è l'organo posto al vertice del potere giudiziario.

Giuseppe De Rita

Giuseppe De Rita

Giuseppe De Rita è un sociologo italiano.

Governo

Governo

Il termine governo è utilizzato nel linguaggio giuridico e politologico con vari significati. In un senso molto ampio il governo è l'insieme dei soggetti che in uno stato, a livello centrale o a livello locale, detengono il potere politico.

Giurisdizione

Giurisdizione

Il termine giurisdizione, in diritto, viene utilizzato con diversi significati tra loro connessi, generalmente riferiti all'attività e al ruolo dell'esercizio delle funzioni.

Equità

Equità

L'equità, in diritto, è un criterio di giudizio talvolta ammesso dalla legge. Essa consente al giudice o all'arbitratore, una decisione svincolata dall'applicazione di una norma astratta, ed elaborata invece nella sua coscienza, nel cosiddetto giudizio secondo equità, in latino giuridico, ex aequo et bono oppure ex bono et aequo. Il giudizio per equità può essere stabilito per legge o dalle parti anche nel cosiddetto giudizio arbitrale.

Giustizia civile

Giustizia civile

Giustizia civile è una rivista giuridica di Giuffrè editore, dedicata ai professionisti che si occupano di diritto civile. È diretta da Giuseppe Conte e da Fabrizio Di Marzio

Nel mondo

Italia

Il termine identifica anche il corso di laurea finalizzato allo studio del diritto e dell'interpretazione giuridica: tale facoltà è denominato nelle leggi dello Stato con l'acronimo LMG/01 - Laurea Magistrale in Giurisprudenza ed il titolo conseguito al termine del corso è quello di "dottore magistrale in Giurisprudenza". Il corso ha durata quinquennale ed ha come possibili sbocchi le professioni legali tradizionali (avvocatura, notariato, magistratura), la pubblica amministrazione italiana e la dirigenza pubblica, nonché varie altre figure professionali del mondo del lavoro in cui sia richiesta una formazione di tipo giuridico o giuridico-economico.

Il piano di studi dei corsi di laurea magistrale in Giurisprudenza è fondato su un corpo omogeneo pari a 300 crediti formativi universitari di materie giuridiche sia di tipo sostanziale (per es. diritto costituzionale, diritto privato, diritto commerciale, diritto amministrativo, diritto del lavoro e della previdenza sociale, diritto tributario, diritto penale, diritto internazionale e diritto dell'Unione Europea), sia di tipo processuale (diritto processuale civile, diritto processuale penale e diritto processuale amministrativo), a cui si aggiungono ulteriori insegnamenti di tipo economico (per es. economia politica, politica economica, scienza delle finanze, economia pubblica) e storico-filosofico (per es. diritto romano, storia del diritto, filosofia del diritto). I piani di studio prevedono inoltre la possibilità di scegliere ulteriori esami opzionali nell'ambito del diritto, dell'economia e delle altre scienze sociali.

Il percorso formativo di coloro i quali intendano intraprendere le professioni legali può proseguire con ulteriori due anni di studio presso una Scuola di specializzazione per le professioni legali, i cui posti a numero programmato sono assegnati per concorso pubblico bandito dal Ministero della giustizia d'intesa con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Gli aspiranti avvocati e notai hanno, inoltre, la possibilità di frequentare i corsi post laurea delle Scuole forensi e delle Scuole di notariato, insieme a un praticantato professionale necessario ai fini dell'accesso agli esami di Stato che abilitano legalmente all'esercizio della professione.

I laureati in Giurisprudenza possono anche proseguire gli studi presso Dottorati di Ricerca (Ph.D.) nell'ambito di un settore scientifico-disciplinare del diritto o dell'economia[13], a cui si accede per concorso pubblico. Essi rappresentano nell'ordinamento italiano il più alto riconoscimento accademico e conferiscono una formazione scientifica molto avanzata, generalmente propedeutica alla carriera universitaria o allo sviluppo di ulteriori carriere presso aziende o istituzioni pubbliche.

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Diritto

Diritto

Il diritto in senso oggettivo è il sistema delle norme giuridiche presenti in un ordinamento giuridico o delle norme che regolano una determinata disciplina, ma in senso soggettivo è sinonimo di potere o facoltà. Per estensione indica anche la scienza giuridica.

Avvocato (Italia)

Avvocato (Italia)

L'avvocato, in Italia, è un libero professionista che si occupa di consulenza, assistenza e rappresentanza legale.

Dirigente (pubblica amministrazione italiana)

Dirigente (pubblica amministrazione italiana)

Un dirigente, nella pubblica amministrazione italiana, è un lavoratore dipendente di una amministrazione pubblica, centrale o locale, in possesso di apposita qualifica e incaricato di dirigere un ufficio. Gli possono essere attribuite funzioni ispettive, di vigilanza, di controllo, di consulenza, studio e ricerca nonché la rappresentanza dell'amministrazione di appartenenza in contesti internazionali.

Diritto costituzionale

Diritto costituzionale

Il diritto costituzionale è la branca del diritto pubblico che si occupa, inizialmente, dell'evoluzione e dell'organizzazione dello Stato e dei rapporti tra autorità pubblica e individuo. Da un punto di vista formale-positivista, invece, appartiene alla branca del diritto costituzionale tutto ciò che è oggetto di disciplina da parte della Costituzione, delle leggi costituzionali e degli altri atti normativi e giurisprudenziali che vi diano diretta attuazione.

Diritto privato

Diritto privato

Il diritto privato è quella branca del diritto che regola i rapporti intersoggettivi tra i singoli consociati, in relazione alla sfera patrimoniale ma anche personale e familiare.

Diritto commerciale

Diritto commerciale

Il diritto commerciale è una branca del diritto privato che regola i rapporti attinenti alla produzione e allo scambio della ricchezza. Più in particolare, regola ed ha per oggetto i contratti conclusi tra operatori economici e tra essi ed i loro clienti privati, nonché gli atti e le attività delle società. Comprende quindi anche il diritto privato delle società.

Diritto amministrativo

Diritto amministrativo

Il diritto amministrativo è un ramo del diritto pubblico le cui norme regolano l'organizzazione della pubblica amministrazione, le attività di perseguimento degli interessi pubblici e i rapporti tra le varie manifestazioni del potere pubblico e i cittadini.

Diritto del lavoro

Diritto del lavoro

Il diritto del lavoro è quel ramo del diritto privato che studia la disciplina degli aspetti ed i problemi attinenti alla disciplina del lavoro, del rapporto di lavoro, e tutte le tematiche ad esso collegate. Si tratta di una disciplina che è nata e si è sviluppata per regolare e attenuare le problematiche sociali sorte con la prima rivoluzione industriale.

Diritto della previdenza sociale

Diritto della previdenza sociale

Per diritto della previdenza sociale o diritto della previdenza e della sicurezza sociale si intende la branca del diritto pubblico che norma le modalità con cui uno Stato attua la tutela dei cittadini in condizioni di bisogno.

Diritto tributario

Diritto tributario

Il diritto tributario è un settore del diritto finanziario che regolamenta i tributi di ogni tipo.

Diritto penale

Diritto penale

Il diritto penale è quella parte del diritto pubblico che prevede l'erogazione di sanzioni penali a chiunque commetta azioni che l'ordinamento giuridico riconosce come reato.

Diritto internazionale

Diritto internazionale

Il diritto internazionale è quella branca del diritto che regola la vita della comunità internazionale. Meno corretta è la definizione di diritto del rapporto tra Stati, perché se è vero, in senso formale, che viene posto in essere tra i vari Stati, in senso materiale non è sempre indirizzato ai rapporti tra questi, ma può anche incidere all'interno delle comunità. Tra le varie tipologie di diritto internazionale possono ad esempio annoverarsi la lex mercatoria e il diritto internazionale privato. Tipica è l'adozione, all'interno di tale branca del diritto, di accordi internazionali sotto forma di trattati internazionali.

Fonte: "Giurisprudenza", Wikipedia, Wikimedia Foundation, (2023, March 2nd), https://it.wikipedia.org/wiki/Giurisprudenza.

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Note
  1. ^ voce giurisprudenza da treccani.it.
  2. ^ G. Savino Pene Vidari, Storia del diritto
  3. ^ a b Paolo Grossi, Il diritto nella storia dell'Italia unita
  4. ^ Giuliano Vassalli, Codice Penale, Enciclopedia del diritto
  5. ^ Andrea Torrente e Piero Schlesinger, Manuale di Diritto privato, Giuffré, p. 41.
  6. ^ Manuale di Diritto privato, Giuffré, p. 43.
  7. ^ Giuseppe De Rita, Giustizia larga; equità e diritti le sentenze al posto delle leggi, Corriere della Sera, 1º agosto 2015
  8. ^ "Se la equità è ormai un comandamento sociale primario, nessuno sa però come affermarlo in concreto: non lo sa la politica, sempre intessuta di complessità e di mediazioni; non lo sanno i legislatori, sempre troppo sicuri che basti promulgare tante norme per stabilire cosa è bene e cosa è male; non lo sanno gli amministratori pubblici, prigionieri da sempre della fredda neutralità dell'atto amministrativo" (Giuseppe De Rita, Giustizia larga; equità e diritti le sentenze al posto delle leggi, Corriere della Sera, 1º agosto 2015)
  9. ^ Marion Dumas, Taking the Law to Court: Citizen Suits and the Legislative Process, American Journal of Political Science, 11 aprile 2017 (DOI: 10.1111/ajps.12302).
  10. ^ "Di questo slittamento del potere verso chi fa o usa la giurisprudenza si è accorta per prima la cosiddetta galassia radicale che da tempo preferisce combattere le proprie battaglie non su nuove leggi e tanti referendum, ma su puntuali sollecitazioni alle diverse sedi di elaborazione giurisprudenziale, dalla Corte europea dei diritti umani alle Corti Supreme di alcuni Stati americani. Ma neppure i radicali avrebbero potuto prevedere che la loro intelligente strategia di minoranza sarebbe rapidamente diventata un comportamento di massa, mettendo in marcia una strisciante propensione a far valere le proprie ragioni richiamando sentenze o interpretazioni legislative precedenti"(Giuseppe De Rita, Giustizia larga; equità e diritti le sentenze al posto delle leggi, Corriere della Sera, 1º agosto 2015)
  11. ^ Mauro Calise, Le carriere sotto la ghigliottina del «fattore M», Il Mattino, 12 APRILE 2017, pag. 47, secondo cui "per la salute della democrazia, possiamo solo augurarci che l'etica professionale assista in misura sempre più stringente magistrati e giornalisti, e li renda sempre più consapevoli del fatto che sono ormai volenti o nolenti non più semplici operatori della giustizia o dell'informazione ma protagonisti eccellenti della nostra vita politica".
  12. ^ Manuale di Diritto privato, Giuffrè, p. 45.
  13. ^ Molti esponenti di primo piano della scienza economica italiana provengono, infatti, dalle facoltà di Giurisprudenza, nella maggior parte dei casi avendo discusso una Tesi di laurea in una materia economica. Possono citarsi tra questi lo stesso vincitore del Premio Nobel per l'economia Franco Modigliani e poi Francesco Forte, Carlo Azeglio Ciampi, Beniamino Andreatta, Romano Prodi, Paolo Sylos Labini, Franco Reviglio, Paolo Leòn, Domenico Siniscalco e Guido Carli.
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